lunedì 1 novembre 2010

Ce l'abbiamo dura. La zucca.

Pecorara (PC), 31 ottobre 2010. Giulio Tremonti è generoso. Dopo aver ispirato, un anno fa, il titolo del nostro primo film sull’avanzata della Lega nella “terra rossa” («Qualcuno ha detto “Andiamo in Lombardia”. No, occupiamo l’Emilia» e giù a ridere) ieri sera alla Festa della zucca di Pecorara ha liberato l’ironia che serba in pancia. «Passavo di qua per caso, ho visto un po’ di gente… Quando parla Bossi parla solo Bossi. Io so che la polenta è buona, l’ora è tarda ed entrando mi hanno detto “parla di politica”: no, tra una zucca e l’altra anche quest’anno siamo qua alla festa della zucca. E l’unico messaggio politico che possiamo dare è che abbiamo la zucca dura».

Il ministro dell’economia siede al tavolone riservato per i “big” del Carroccio. Di fianco ci sono Umberto Bossi (e qualche bottiglia di Coca Cola), il parlamentare europeo Mario Borghezio, il governatore del Piemonte Roberto Cota, il vice presidente del Senato – e ora anche “commissario” dell’Emilia-Romagna Rosy Mauro e Angelo Alessandri, segretario della Lega Emilia. Poco più in là il parlamentare piacentino Massimo Polledri e il consigliere regionale Stefano Cavalli. Manca solo il “Trota” che Halloween – ops il Capodanno Celtico – ha deciso di festeggiarlo da qualche altra parte, meno amena, della Padania.

A questa Festa della zucca, nell’appennino piacentino, non potevamo proprio mancare, anche se in veste non ufficiale e senza telecamere. Ma sempre da cronisti, per l’APCOM. Nel gruppetto – oltre a La7 e la Rai – il mitico Marco Cremonesi del Corriere della Sera, Rodolfo Sala di Repubblica e la geniale e spumeggiante Luisa Gallignani dell’Ansa (che ha lanciato per prima il nostro film-documentario il 1 settembre 2010).

Pecorara è un piccolissimo comune agricolo (poco più di 800 abitanti) nella Val Tidone. Tutti gli anni piove. Tutti gli anni nel capannone - ex sede del Consorzio Agrario - si accalcano centinaia di militanti e dirigenti leghisti dell’Emilia, per mangiare un po’ di polenta e ascoltare il Boss. Anche questa volta è così.

Prima, alle 19, una messa nella parrocchia del paese per i leghisti-cattolici. Poi la benedizione del parroco don Angelo Villa ad una formella di ceramica raffigurante San Giorgio, co-patrono delle Padania, simbolo dell’unione dei principi cristiani.
E verso le 20, all’arrivo di Umberto Bossi, il via ufficiale alle danze, tra piatti fumanti di tortelli di zucca e la musica di piffero, fisarmonica e musa appenninica. Ecco il menù: polenta con cinghiale, gorgonzola (polenta e zola) e funghi; tortelli di zucca con il burro; affettati misti; pane; qualche bottiglia di acqua e “rosso” a fiumi.

«Fratelli vi devo dire che sto benissimo fisicamente. Più dicono che sto male più io sto bene» dice ridendo Bossi, mentre qualcuno comincia col solito slogan “Padania! Libera!”. Così comincia la notte delle streghe, che guai a chiamarla Halloween. Qui è la Capalbio del centrodestra, come qualcuno la definisce già da un po'. Il Senatùr, come sempre, si sente libero di inviare messaggi un po’ a tutto il mondo.

Ieri sera ha ri-giurato fedeltà a Silvio Berlusconi, ma gli ha dato anche del “pirla” per dirla alla milanese. Non lo perdona, per esempio, per la telefonata fatta in Questura a Milano nel caso della giovane marocchina Ruby: «Doveva essere un po' più furbo, quella telefonata poteva farla fare ad un altro. Mi pare che non ci sia niente di penale. Però è chiaro che Berlusconi poteva farla fare ad un altro… chiamava me, chiamava Maroni... È meglio non farla quella scelta lì».
Raccomandazioni – sussurrate – anche alla gentilissima presidente di Confindustria Emma Marcegaglia che considera l'Italia un paese bloccato. «Emma, quando c'è difficoltà è inutile che aggiungi difficoltà a difficoltà».

E poi avanti col federalismo che «si fa entro gennaio», con i «concorsi truccati» dai terroni, con il governo tecnico che è solo fumo negli occhi per chi «vuole veramente rendere il paese e gli italiani liberi».
La Festa della zucca dura tutta la notte. Ma noi, in questa pozza d’acqua, ci stiamo meno. Due note: l’intervista a Bossi con annessa doccia di Luisa Gallignani e il siparietto in bagno di Tremonti. Mi spiego meglio. La collega dell’Ansa, un vero esempio di dedizione al lavoro, è stata cinque minuti con il registratore verso il leader della Lega per non perdersi nemmeno una parola… peccato che il gazebo sopra di lei fosse bucato e che piovesse da circa 10 ore.

Il ministro dell’Economia, invece, ci ha fatto una sorpresa mentre cercavamo di “sbobinare” le dichiarazioni di Bossi, in piedi, nell’antibagno (di campagna) largo circa un metro quadro. Tremonti con le sue guardie del corpo ha dovuto fare la pipì con in sottofondo la crisi di governo, il Ruby-gate, il Federalismo e il celodurismo… della zucca. Ah, poi voleva pure fregarmi l’ombrello… per errore.

Paolo Tomassone




Luisa Gallignani dell'Ansa

Marco Cremonesi del Corriere della Sera e Rodolfo Sala di Repubblica



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