mercoledì 30 marzo 2011

Eroe padano cercasi

Alberto da Giussano è parecchio lontano (nel tempo), "Barbarossa" - il film del 2009 di Martinelli - è stato un flop al botteghino (vabbé l'epopea padana, ma due ore e mezza di un film sinceramente pallosissimo sono troppe anche per il militante più fervente e poi la solfa era sempre la stessa: l'Alberto, oramai per loro uno come il grande Albertone per noialtri italiani), fatto sta che nella sparuta schiera di miti & leggende arruolabili dalla Lega per dare un po' di sostanza alla saga dell'inesistente Padania (storicamente, più vicina alla Terra di Mezzo del Signore degli Anelli che a qualcosa che ricordi da vicino una vera nazione) bisogna registrare un'ulteriore defezione: se ne è andato uno dei pochi rimasti. Anzi, l'unico che - evitando a lungo di esprimere direttamente le proprie effettive simpatie - lasciava sognare, almeno un po', il popolo padano che lo ha sempre arruolato de facto tra le proprie fila: Davide Van De Sfroos.
Amatissimo dai leghisti, e non solo, a dirla tutta.

Invece, tié, dal ridottissimo empireo dei miti padani (del passato o del presente) si defila anche l'ultimo dei mohicani.
Infatti, non è andata giù ai nostri l'esibizione sanremese del cantautore lombardo, che ha tradito il Carroccio cantando "Viva l'Italia" di Francesco De Gregori.
Van De Sfroos ha aggiunto sale alla ferita dichiarandosi "fiero di cantarla" e aggiungendo "non mi vergogno di essere italiano".
Gettando nello sconforto più totale, prima ancora che il fattaccio accadesse, Andrea Rognoni, direttore del Centro regionale di cultura lombarda e conduttore, sulla radio del Carroccio, della rubrica "Cultura padana".

La segnalazione è dal blog di Daniele Sensi, che di Radio Padania e, in generale di quelli che qui definiamo "leghismi", se ne intende.

Vale la pena ascoltarsi questo minuto e mezzo, di cui gli ultimi trenta secondi di totale disperazione del Rognoni, con un siparietto tra lui e la conduttrice della trasmissione che, da solo, è una perla.

Rognoni, con tono enfatico, pronto a diffondere via etere parole destinate ad essere scolpite per sempre nella (brevissima) Storia della Padania (che verrà, ma forse...): "Dobbiamo ancora trovare un nostro eroe, capito?".
E lei, incapace di cogliere la drammaticità del momento: "C'è una telefonata, Andrea...".
Lui, farfugliando per l'inatteso colpo a cotanto epos: "....un attimo che finisco il concetto..."
Seguono urla dello sconfortato direttore del centro regionale di cultura lombarda: "NON LO ABBIAMO ANCORA TROVATO, CRISTOOOOOO, NON LO ABBIAMO ANCORA TROVATOOOO" (non Nostro Signore, quello lo ha trovato Luca Zaia in Veneto, si riferisce all'eroe padano).
Da non credere.
Anzi, sì.


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